Cresce l’export del vino italiano. Nei primi tre mesi, comunica Unione Italiana Vini, le vendite all’estero hanno raggiunto quota 1,23 miliardi di euro, facendo segnare un progresso del 3% grazie soprattutto alla performance degli spumanti, protagonisti di un balzo del 23% rispetto allo stesso periodo del 2015, per un controvalore di 230 milioni di euro. In evidenza anche il dato legato ai vini italiani a denominazione, +11% a valore e +7% in volumi.
Tra i principali mercati, si conferma il dinamismo degli Stati Uniti, prima destinazione per il vino made in Italy, con un incremento in valore del 5% per un corrispettivo di 330 milioni di euro. I risultati migliori sono stati ottenuti in Gran Bretagna, +7% in valore per complessivi 152 milioni di euro, e in Cina, dove l’aumento è stato del 15% a 21 milioni di euro, mentre la ‘piccola’ Austria cresce del 13% e si porta a 22,5 milioni di euro. Come già annunciato in occasione delle recenti missioni commerciali di Istituto Grandi Marchi, è tornata in attivo anche la Russia. Il vino italiano a miglior rendimento annuale è sempre il Prosecco, che fa segnare un incremento del 31% a valore (174 milioni di euro) e del 33% a volume (461 mila ettolitri).
“Anche se siamo solo al principio dell’anno, questi dati parlano chiaro – spiega in una nota Antonio Rallo, neopresidente di Unione Italiana Vini e dell’Osservatorio del Vino di cui è partner Ismea, che ha elaborato i dati Istat sulle esportazioni 2016 – e il calo ormai strutturale dell’export dei vini comuni e sfusi, in favore dei prodotti di qualità, sollecita uno sforzo ulteriore che dobbiamo fare come sistema paese per conquistare nuove quote di mercato per i nostri vini a denominazione di origine, non accontentandoci di crescere solo a valore proprio in virtù del fatto che la richiesta di vino è orientata verso prodotti di qualità. La cultura del consumatore sta cambiando in modo radicale, sia nel mercato interno sia in quello estero.”.
Unione Italiana Vini evidenzia anche la frenata dell’import italiano, che fa segnare un -10% in valore (57 milioni di euro) e un -48% in volume (380 mila ettolitri).