Sabato 28 e domenica 29 maggio va in scena il weekend più importante dell’anno per il turismo del vino e per le vendite dirette in cantina. La ventiquattresima edizione di Cantine Aperte, iniziativa organizzata dal Movimento Turismo del Vino, vede l’adesione di 750 aziende vitivinicole, che apriranno le loro porte a una pacifica invasione di degustatori ben disposti all’acquisto di bottiglie. È la Toscana, con 82 cantine, a guidare la classifica delle regioni più rappresentate durante la manifestazione, davanti a Marche (74) e Lombardia (71). La novità di quest’anno è la partnership benefica stretta con l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro e denominata “Un bicchiere per la ricerca”.
L’interesse verso il vino e le prospettive di incremento del giro d’affari non consolano il presidente del Movimento, Carlo Pietrasanta, che durante la conferenza stampa di presentazione ha espresso il proprio disappunto verso le istituzioni, accusate di non sostenere adeguatamente l’enoturismo. “Il progetto, che doveva ruotare intorno alle ‘Strade del Vino’, è infatti da tempo fallito a causa della cronica mancanza di una regia unica in favore di un fenomeno che è sempre più valore aggiunto per il turismo e l’agricoltura del Paese” si è lamentato Pietrasanta. “Il sistema si è sviluppato in libertà, con risultati importanti in alcuni casi e deludenti in tantissimi altri”.
Eppure, secondo Coldiretti, negli ultimi cinque anni è triplicato il numero degli italiani che fa la spesa direttamente nelle aziende agricole, cantine comprese, o nei mercati organizzati dagli agricoltori, toccando il record di 15 milioni di presenze nel 2015. A spingere i consumatori verso le aziende contribuisce non tanto il prezzo favorevole, quanto l’attenzione per benessere, forma fisica e salute, oltre alla sostenibilità ambientale e alla volontà di difendere e valorizzare il proprio territorio. Per quanto riguarda il vino, le anticipazioni di un’indagine effettuata dalla Silicon Valley Bank (“Secrets of a Successful Tasting Room”) tra le cantine di Usa, Canada, Australia e Francia che sarà presentata a giugno, indicano che le vendite dirette al consumatore pesano per oltre il 74% delle entrate per cantine che producono meno di 2.500 casse di vino all’anno, per il 68% per chi arriva fino a 5.000 casse all’anno. La percentuale scende al 24% per le cantine dalla produzione compresa tra 100 e 250 mila casse l’anno. Negli Usa, dove ci sono zone particolarmente vocate all’enoturismo come la California o la Virginia, la spesa media in cantina per turista supera i 100 dollari e arriva a sfiorare i 250 dollari nelle aziende della Napa Valley, prese d’assalto anche e soprattutto dai visitatori cinesi.