Il cioccolato milanese di Luigi Zaini si prepara allo sbarco in Giappone. È stato infatti siglato il primo accordo per aprire a Tokyo, entro novembre del prossimo anno, la seconda cioccolateria-boutique Zaini Milano dopo quella avviata nel 2013 in via De Cristoforis, tra corso Como e piazza Gae Aulenti, sotto i grattacieli di porta Nuova. L’accordo è stato raggiunto lo scorso 20 novembre con un partner giapponese e l’obiettivo consiste nel creare nel centro della capitale giapponese, in una location tuttora da identificare, un franchising che sia la copia conforme all’originale, pensata per celebrare i cent’anni dalla fondazione dell’azienda dolciaria proprio nel quartiere dove ora sorge il negozio; nel frattempo, la fabbrica milanese è stata spostata più a nord, nel quartiere Dergano, ma la produzione principale è a Senago, fuori Milano, con l’ausilio di una struttura logistica in provincia di Pavia. “Ora che il progetto Zaini Milano è consolidato da 2 anni di attività – spiega a Pambianco Wine l’amministratore della società, Luigi Zaini – desideriamo portarlo in altri luoghi, ove sia possibile far rivivere la sua forte vocazione identitaria, nello stile personale e nell’esperienza di consumo del cioccolato che proponiamo noi”. I dolci a marchio Zaini, presenti nella grande distribuzione, normal trade e canale horeca, sono esportati in 75 paesi del mondo, per un fatturato che nel 2014 ha toccato quota 60 milioni di euro con 180 addetti diretti. Il suo prodotto più famoso è il block di cioccolato fondente extra finissimo, ribattezzato Emilia e confezionato con il tradizionale layout bicolore (bianco e marrone). Nel 2012 è stata lanciata la Linea Milano, ovetti di cioccolato con sorpresa e di cioccolatini e praline. Inoltre, Zaini è una delle poche aziende europee ad aver ottenuto dal proprio ministero della Salute l’autorizzazione a produrre caramelle farmaceutiche. In ambito sociale, la Zaini è impegnata nel sostegno al progetto “Le nuove donne del cacao”, avviato in Costa d’Avorio da Solange N’Guessan, per la creazione di cooperative che producono sapone ottenuto dall’utilizzo di scarti della lavorazione del cacao, con un impatto positivo su occupazione e salute pubblica.