Due baroli ai primi due posti, nove piccole aziende tra i primi dieci. I risultati di Biwa – Best Italian Wine Award, classifica ideata dal sommelier campione mondiale Luca Gardini e dal giornalista Andrea Grignaffini – confermano le potenzialità e al tempo stesso i limiti dimensionali dei nostri migliori produttori. La cerimonia di premiazione si è tenuta lunedì 21 settembre a Milano. Si è imposta la Giuseppe Mascarello e Figlio, azienda fondata nel lontano 1881, con il Barolo Monprivato 2010, davanti al Barolo Brunate 2011 di Giuseppe Rinaldi e al Due Mani Costa Toscana 2012. Dei “big” di casa nostra per quel che riguarda il fatturato, nelle prime dieci posizioni, c’è poca traccia: compare soltanto Tenuta San Guido con il Sassicaia 2012, che si piazza al settimo posto. Gli altri sono piccoli o piccolissimi produttori. “Aprire a fondi? Non sono d’accordo – dichiara a Pambianco Wine il vincitore, Mauro Mascarello, che produce complessivamente 60-65 mila bottiglie di vino l’anno – perché non so se sarei capace di lavorare per conto terzi… siamo un’impresa familiare, abituata a lavorare in proprio”. La sua azienda ha iniziato a esportare negli Stati Uniti fin dagli anni ’70 e ha sempre curato l’estero più dell’Italia, fino ad arrivare al 100% della produzione esportata. Ora, afferma Mascarello, sta ripartendo anche il mercato interno. Con i piccoli numeri è difficile fare promozione e comunicazione, ma l’eccellenza italiana non è rappresentata soltanto da Antinori, Masi e Ornellaia, gruppi che hanno trovato da soli o unendosi in consorzi le risorse da investire in determinati Paesi chiave. È anche per questo che Biwa, più che un semplice concorso dei “best 50”, sta implementando la propria volontà di comunicare e promuovere i vini con eventi brillanti, diremmo quasi “pop”, come quelli andati in scena in passato a Londra o in Messico. La prossima tappa, probabilmente a febbraio, sarà New York.