Il Piemonte è destinato a un radioso futuro nel mondo dei vini da investimento. Lo afferma Wine Owners, piattaforma online legata al mondo fine wines, sostenendo che le nobili denominazioni come Barolo e Barbaresco potrebbero fare concorrenza ai vini di Bordeaux così come in passato è accaduto ai vini della costa toscana di Bolgheri, di taglio bordolese, la cui capacità attrattiva è oggi inferiore a quella dei grandi rossi francesi, scesi dai livelli record fatti segnare fino al 2011. Ora che gli investitori tornano a spendere per assicurarsi i vini francesi più importanti, una sorpresa giunge dagli indici di rivalutazione dei rossi prodotti in nord Italia, pari al 15% negli ultimi tre anni, che in presenza di alcuni Barolo come il Monfortino 2002 di Giacomo Conterno finiscono per superare il 40% di incremento del valore nell’ultimo anno, precedendo in questa classifica dei “buoni affari” il Giacomo Conterno Cascina Francia Barolo 2000 a +30,79%, il Giacomo Conterno Monfortino Barolo Riserva 2001 a 18.66%, il Luciano Sandrone Le Vigne Barolo 1999 a +17,73%, e il Giacomo Conterno Monfortino Barolo Riserva 2005 a +17,25 per cento. Tra i collezionisti e gli investitori comincia a diffondersi la considerazione del Piemonte come Borgogna d’Italia per le analogie nella struttura delle aziende vitivinicole tra le due regioni, entrambe caratterizzate da piccole aziende, dal controllo frammentato e con vini prodotti da un solo vitigno, senza dover ricorrere al blend tra Cabernet e Merlot che caratterizza il taglio bordolese. Wine Owners conclude che tentare di individuare i produttori in crescita può essere una scelta focalizzata sul futuro e che richiede pazienza e convinzione, ma è probabile che porterà dividendi a lungo termine per gli amanti dei migliori vini Nebbiolo.