In un mercato complessivamente statico per le quantità consumate come quello del vino, conviene posizionarsi in alto. A confermarlo è il primo studio sui top wines presentato da Altagamma a Milano durante il summit Seeds&Chips e realizzato in collaborazione con EY.
Il caso dell’Italia è emblematico. Le aziende vinicole posizionate nel mass market presentano un ebitda medio del 9,4% contro il 20,7% di quelle top con un export inferiore al 60%, che sale addirittura al 29% nel caso di aziende top e ad altissima percentuale di export. È perciò evidente che posizionamento e orientamento all’export costituiscono due fattori chiave per il successo delle aziende vinicole italiane.
Un altro aspetto evidenziato dallo studio di Altagamma e EY è quello legato all’alta ristorazione, dove il prezzo medio per bottiglia è superiore a 100 euro per il 54% dei casi e dove i ristoranti stellati Michelin presentano una lista di almeno 200 vini. Il giro d’affari dei ristoranti stellati Michelin è pari a circa 9 miliardi di euro ed è superiore, ad esempio, a quello dell’intero comparto del wellness equipment. Inoltre, il 70% dei ristoranti stellati intervistati prevede una crescita superiore al 20% per il proprio fatturato nei prossimi 2-3 anni. Al vino viene attribuito circa un terzo del valore di questa crescita e l’aumento del consumo diventa perciò una delle componenti fondamentali nella dinamica crescente dei ricavi dei ristoranti di fascia alta.
Il mercato mondiale del vino nel 2016 ha raggiunto un valore di 239 miliardi di euro e la fascia alta pesa all’incirca per il 10 percento. Gli Usa si sono confermati il mercato principale per i vini top con 3,6 miliardi mentre a livello europeo domina la Francia, con una quota del 15% circa di fascia top su un valore complessivo di 22,4 miliardi, davanti all’Italia che raggiunge il 9% di un valore al consumo pari a 14,4 miliardi. E la crescita, evidenzia lo studio, è trainata dal segmento di vini di fascia alta. La battaglia si giocherà in buona parte nella ristorazione laddove un efficace storytelling e una proattiva veicolazione di notizie sulla cantina e sulle etichette costituiranno gli elementi di maggior valore nel rapporto con i distributori e i produttori.
“Lo storytelling – ha dichiarato il vice presidente di Altagamma Matteo Lunelli, responsabile del mondo alimentare dell’associazione – è ritenuto dalla ristorazione l’elemento più importante nell’interazione con fornitori e distributori. Su questo il vino italiano può avere in futuro un forte vantaggio competitivo, grazie alla varietà e alle straordinarie qualità dei nostri territori, oltre alla capacità di innovazione delle nostre cantine”.