A Cibus non c’è più spazio e l’organizzazione di Fiere di Parma ricorre a un nuovo padiglione temporaneo per accogliere cento espositori in più, portando così a 3.100 il numero di aziende che parteciperanno alla prossima edizione, la 19ª per la biennale dell’industria alimentare. La presentazione della manifestazione in scena nella città ducale dal 7 al 10 maggio si è tenuta in settimana a Milano. I dati sono la conferma da un lato dell’appeal sempre più forte delle fiere, smentendo le tesi che davano per certo il crollo delle manifestazioni internazionali nell’era del web, e dall’altro della formula orgogliosamente italiana di Cibus, che per scelta organizzativa ha puntato sui marchi del made in Italy.
Lo ha ricordato Antonio Cellie, CEO di Fiere di Parma, intervenendo durante la presentazione dell’evento a cui sono attesi circa 80 mila visitatori, questi sì internazionali… “Dal 2010 – ha affermato Cellie – difendiamo un modello fieristico atipico, cercando le realtà più significative nel territorio nazionale e incubando quelle che riteniamo possano essere le eccellenze del futuro. Lavoriamo sul made in Italy con una visione federante”. Il CEO ha inoltre sottolineato l’impegno di Fiere di Parma nel servizio ai buyer, a cominciare dagli shuttle gratuiti dagli aeroporti e dalla stazione AV Mediopadana per proseguire con i servizi di booking alberghiero, che permettono di contenere i limiti logistici della città. “Non dimentichiamo che Parma – ha rivendicato Cellie – è il più grande quartiere fieristico monoplanare d’Italia dopo Milano. Disponiamo di 140 mila metri veri, completamente monoplanari, a servizio dei nostri clienti”.
Cibus è la vetrina più importante dell’industria alimentare italiana, che nel 2017 è cresciuta dell’1,7% in termini produttivi e del 3,8% in valore, per un fatturato complessivo di 137 miliardi di euro. È andata particolarmente bene in termini di export, con un balzo del 6,3% per un valore totale di 31,9 miliardi: considerando anche il prodotto “fresco”, l’agroalimentare italiano ha incassato lo scorso anno più di 41 miliardi di euro dall’export, cifra che mantiene vive le speranze del raggiungimento dell’obiettivo dichiarato ai tempi di Expo 2015 ovvero i 50 miliardi di euro entro il 2020. Le previsioni per l’anno in corso indicano un ulteriore progresso del 5-6 percento.
A Cibus, le aziende presenteranno mille nuovi prodotti e una selezione dei cento più innovativi sarà esposta nella nuova area Cibus Innovation Corner. In aumento anche il numero di chef coinvolti e le tipicità raccolte sia nelle food court dedicate ai prodotti regionali sia anche nell’area di Aicig (Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche). Al ricco programma di iniziative in fiera si aggiungono gli appuntamenti di Cibus Off, che trasformerà per una settimana il centro di Parma in un museo vivente del food.
“Cibus – ha affermato Gian Domenico Auricchio, presidente di Fiere di Parma – ha preso per mano le aziende alimentari italiane, compresa la mia, accompagnandole in un viaggio vincente per l’internazionalizzazione. Il segreto del suo successo è aver sempre interpretato le nuove esigenze delle imprese”.
In termini di sistema, è stata evidenziata la collaborazione tra Cibus e Macfrut, fiera dell’ortofrutta che si terrà a Rimini dal 9 all’11 maggio e per la quale sono stati condivisi alcuni specifici programmi di incoming. Infine, nel 2019 è confermata la seconda edizione di Cibus Connect, di scena il 10-11 aprile nelle date di Vinitaly e in accordo con Veronafiere per integrare l’offerta di due città tutto sommato vicine. “Tutte le grandi fiere italiane sono annuali e quindi anche Cibus, seppur mitigato, torna ad essere annuale, perché siamo talmente innovativi che una fiera biennale non ci può bastare”, ha concluso Cellie.