Per la mega somma di un miliardo di dollari australiani, pari a circa 627 milioni di euro al cambio attuale, Carlyle Group si è assicurata la proprietà di Accolade Wines. A vendere è stato il fondo australiano di private equity Champs, che esce dopo sette anni raccogliendo il triplo di quanto aveva a sua volta pagato per acquistare la società.
La crescita in atto in Cina per i vini australiani è alla base dell’operazione messa a segno da Carlyle. Grazie a un accordo di free trade, i cinesi possono importare con un dazio molto basso, pari al 3% contro il 20% in vigore fino al 2015, e questo sta offrendo un enorme sostegno all’export degli Aussie wines che lo scorso anno è cresciuto con una percentuale record del 63% a 651 milioni di dollari. L’Australia è seconda solo alla Francia, che domina le importazioni cinesi con oltre un miliardo di dollari in valore. Inoltre, l’applicazione dei dazi sui vini Usa decisa in questi giorni da Pechino in risposta alle mosse di Trump su acciaio e alluminio made in China dovrebbe ulteriormente rafforzare le posizioni del più grande Paese oceanico.
Accolade, secondo produttore australiano di vino dopo Treasury Wine Estates e proprietaria dei marchi Hardys e Banrock Station, non comunica i dati legati all’export in Cina ma il CEO di Champ, John Haddock, ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters che la società si aspetta per l’anno in corso una crescita nel mercato cinese dell’80% partendo da una base piccola.
Champs aveva acquisito Accolade Wines nel 2011 da Constellation Brands, pagando 290 milioni di dollari australiani per l’equivalente dell’80% della società mentre Constellations, gruppo americano leader mondiale del vino, aveva mantenuto la sua quota pari al 20 percento. Ora Carlyle si è assicurata l’intera proprietà, liquidando così anche Cb.