Il vero panino italiano vuole conquistare il mondo e, per farlo, ha dato il via a un’operazione di squadra condotta attraverso Accademia del Panino Italiano, fondazione culturale il cui advisory board è presieduto da Alberto Capatti, primo rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche a Pollenzo, è diretta da Barbara Rizzardini e ospitata nella sede di Panino Giusto a Milano, brand che a sua volta ha promosso la nascita della fondazione. L’ultimo risultato di questo programma di coinvolgimento dei vari attori, piccoli e grandi, presenti nel territorio ed espressione dei valori – territorio, maestria e creatività – individuati dalla fondazione nel prodotto, è la App Panino Italiano. Presentata e lanciata lunedì sera, questa app permetterà a chi la scarica di ottenere una mappatura completa dei 500 indirizzi in Italia che offrono un panino di qualità e tra questi i 10 locali che preparano un panino italiano certificato secondo il disciplinare formulato dal board. Tra i locali certificati, oltre a quelli del promotore Panino Giusto, compaiono ad esempio le insegne di Ham Holy Burger, di proprietà del gruppo Sebeto, e diversi artigiani che si stanno trasformando in brand del panino made in Italy come Pescaria a Polignano a Mare, da un paio d’anni presente anche a Milano, il panino con la milza di Nino ‘u Ballerino a Palermo o quello con la porchetta di Venditti.
“Stiamo facendo sistema per rendere credibile un progetto che potrebbe cambiare in parte la nostra economia”, ha affermato Antonio Civita, fondatore con la moglie Elena Riva e amministratore di Panino Giusto, citando le stime sul consumo mondiale di panini, sandwich e hamburger a livello mondiale. Si parla di 150 miliardi di “pezzi” l’anno, con prospettive di ulteriore crescita legate sia all’aumento della popolazione mondiale sia anche al tasso di urbanizzazione che, secondo una ricerca di McKinsey, dovrebbe arrivare a incidere per l’81% entro il 2030, promuovendo di conseguenza consumi di prodotti veloci ma di qualità, da degustare in piena libertà: una sorta di identikit del panino. L’Accademia può contare, oltreché sulle proprie forze, anche sull’appoggio di due big partners: Autogrill e Lavazza.
Intanto Panino Giusto, dopo aver chiuso il 2017 stabile a 31,5 milioni di ricavi, si prepara a inaugurare il suo primo store a Parigi. L’inaugurazione è prevista per metà maggio nel celebre business district de La Défense. Il 2018 sarà anche l’anno della prima apertura in Svizzera, in settembre a Ginevra, e del terzo locale in Giappone, mentre per l’Italia è in programma il taglio del nastro al designer outlet di Noventa di Piave (Venezia) con McArthurGlen.
“Abbiamo un bel piano di sviluppo e la fortuna di poter disporre di partner importanti – precisa Civita – e al tempo stesso siamo impegnati in una riorganizzazione mirata ad aprire l’offerta per diventare sempre più attrattivi per i millennials. I nostri panini dovranno soddisfare soprattutto le loro aspettative e i loro gusti”.
A livello societario, mentre buona parte dei brand di ristorazione cerca o concretizza l’ingresso di investitori/fondi per accompagnare la crescita, Panino Giusto va controcorrente. “Per ora non apriremo il capitale. Abbiamo diverse richieste e qualche alleanza importante potrebbe far comodo, ma a breve termine non è nei nostri programmi e andremo pertanto avanti con le nostre forze”, conclude Civita.