Non immaginatevi né il seguito dei grandi chef né quello degli influencer legati alla cucina e alle ricette. Il mondo del vino, anche negli Usa, mantiene un profilo di nicchia e i suoi opinion leader hanno qualche decina di migliaia di follower e sono legati alle vecchie e autorevoli testate giornalistiche, con rare eccezioni. Una di queste è Alyssa Vitrano, blogger da 170 mila follower su Instagram, forte di un approccio meno tecnico e più glamour rispetto ad altri blogger e sommelier di fama.
La ricerca focalizzata sui vini di fascia alta e presentata da Colangelo & Partners all’ultima edizione di wine2wine, evento b2b organizzato da Veronafiere e Vinitaly, evidenzia i nomi delle più influenti firme del vino negli States. Tra i sommelier spiccano ad esempio quelli di Jeff Porter, direttore delle beverage operations al Batali & Bastianich Hospitality Group, di Joe Campanale, Bobby Stuckey, Geoff Kruth e Patrick Cappiello. Quest’ultimo vanta il numero più alto di follower tra i sommelier, 12 mila su Twitter e 28 mila su Instagram, che certo non si avvicinano a quelli delle grandi star dei fornelli. Sono ben più alti invece i numeri dei siti giornalistici di riferimento, tra cui l’analisi cita punchdrink, l’autorevole winespectator (564 mila uvm ovvero visitatori unici al mese), winenthusiast, winefolly, wineawesomeness e vinepair. Tra i social media influencer, oltre alla citata Alyssa Vitrano, compaiono Elaine Brown, Levi Dalton, Leslie Sbrocco e soprattutto Dana Nigro per Wine Spectator e Jameson Fink per Wine Enthusiast, con rispettivamente 211 mila e 147 mila follower su Instagram. A questi si aggiungono infine i più autorevoli critici (tra cui James Suckling, Monica Larner di Wine Advocate, Bruce Sanderson ed Alison Napjus di Wine Spectator, Kevin O’Keefe di Wine Enthusiast, ma anche il consulente di Vinitaly Ian D’Agata) e wine writers.
“Il mondo del vino – spiega a Pambianco Wine&Food Claire Hennessy, autrice della ricerca presentata dallo Studio Colangelo a wine2wine – richiede certamente una conoscenza approfondita da parte di chi scrive e non può attrarre le attenzioni di massa di coloro che si dedicano alle esperienze sospese tra gusto e lifestyle. I numeri pertanto sono importanti ma non troviamo influencer con milioni di follower. Ciò che conta è la leadership di questi esperti, la loro capacità di influenzare le decisioni di acquisto di buyer e clienti che hanno un buon potere di spesa. La specializzazione sta premiando soprattutto le grandi testate giornalistiche, che hanno investito con decisione sulla parte digital”.
Un altro aspetto che emerge dalla ricerca di Studio Colangelo è il target di riferimento di questi influencer. “Non è quello dei millennials, più orientati al lifestyle. Si rivolgono soprattutto agli intenditori. Inoltre, a differenza di quanto inizia a profilarsi in altri settori, il cartaceo resta un mezzo fondamentale per guidare le scelte di acquisto o di investimento. Il giudizio dei giornali specializzati sui vini ha ancora un forte impatto sulle loro vendite”, conclude Hennessy.