Fico Eataly World è il banco di prova per un nuovo format di cucina vegetariana, nato a Bologna ma con ambizioni nazionali e internazionali. Si tratta di Giardino, ultima ideazione di Beatrice Lipparini, attiva sulla piazza bolognese con l’ormai consolidato Rosa Rose e con lo spazio poligastronomico di Altro all’interno del Mercato delle Erbe, a cui si è aggiunto il concept di recente invenzione in materia di cocktail bar, Bizarre, la cui caratteristica principale è il numero limitato di posti: soltanto dodici.
Tornando a Giardino, si tratta dell’unico format vegetariano all’interno di Fico e le prime due settimane sono andate piuttosto bene, in linea con il numero di accessi al parco tematico sul food che nei primi cinque giorni di apertura ha messo a segno 100 mila presenze. La media dei coperti finora raggiunta da Giardino è di 1400-1500 a settimana. “Siamo contenti – spiega a Pambianco Wine&Food l’imprenditrice bolognese, che in quest’avventura è supportata da altri tre soci – non solo per i primi risultati, ma anche perché Giardino ha saputo gestire bene momenti di particolare affollamento, grazie alla modalità di servizio studiata appositamente. E questo pensiamo possa aprire anche un futuro in spazi aeroportuali”. Nell’attesa dell’ingresso anche nel canale travel, i programmi per il 2018 consistono in un’apertura a Milano e auspicabilmente a Londra. “La capitale britannica è il posto in cui bisogna essere presenti e credo che un format preciso come Giardino possa essere ripagato dell’investimento”.
Il concetto di precisione è legato all’idea di realizzare ricette ‘in vasetto’ già pronte per essere gustate, a cui si aggiungono primi piatti e fritti di verdure di stagione preparati sul momento. Il forte richiamo alla dieta mediterranea, la scelta di materie prime fresche e di stagione e l’ambientazione nel verde completano l’identità di questo format che assume da Fico l’aspetto di un progetto pilota, pronto per essere replicato più in via diretta che tramite franchising. “Vorremmo creare una struttura solida e coerente. Sappiamo anche che la società non ha le risorse necessarie per agire da sola e ci siamo dati del tempo per ragionare sui prossimi passaggi”, conclude Lipparini.