Effetto Canevel sui conti di Masi Agricola. Il gruppo vitivinicolo della Valpolicella archivia il 2016 con un incremento di fatturato del 5% per effetto dell’acquisizione (al 60%) del marchio di Valdobbiadene, con cui è entrata nel redditizio business del prosecco, ottenendo al tempo stesso una flessione dell’ebitda, che la società controllata dalla famiglia Boscaini imputa anche alla riduzione dei contributi Ocm per la promozione del vino nel corso dell’ultimo esercizio, e un aumento dell’indebitamento netto, che da un attivo di 3,1 milioni vira in passivo per un totale di 6,6 milioni di euro. L’utile netto scende di 500 mila euro, da 6,5 a 6 milioni. Il dividendo proposto per l’esercizio 2016 della società quotata nell’Aim Italia è pari a 9 cents per azione, in linea con quanto già distribuito un anno fa.
A perimetro costante, escludendo il contributo di Canevel (che pesa per poco più di 1,5 milioni di euro), Masi Agricola registra un incremento dei ricavi del +2,4% circa (+3,6% circa a cambi costanti), realizzato con una leggera crescita nelle Americhe, un leggero calo in Europa e crescite importanti, per lo meno in percentuale, in Italia (+16% circa) e in Asia (+11% circa).
L’impatto negativo dell’ingresso di Canevel in Masi Agricola (che oltre a Masi, famoso per l’Amarone e per il Campofiorin, comprende anche i brand Serego Alighieri e Bossi Fedrigotti, oltre ai vini sudamericani), dipende da un insieme di fattori. Il primo, secondo quanto comunica la società di Sant’Ambrogio di Valpolicella, è rappresentato dall’operatività in un comparto vinicolo, quello del Prosecco superiore di Conegliano e Valdobbiadene, caratterizzato da un’incidenza del costo delle materie prime “significativamente più elevata rispetto a quanto si registra nelle categorie storicamente trattate dal gruppo Masi”. Il secondo è legato alle ridotte dimensioni aziendali di Canevel che causano “da un lato minore efficacia nel conseguire prezzi ‘a premio’ nella categoria di riferimento, dall’altro minore efficienza nell’assorbimento dei costi fissi.” Le motivazioni strategiche alla base dell’acquisizione, precisa Masi Agricola, si fondano sulla possibilità di sviluppare sinergie distributive e gestionali che migliorino gradualmente nel tempo questi fattori.
“Reputo positivo il risultato in termini di crescita, in un contesto di mercato che a livello internazionale non si è presentato facile per i vini fermi italiani in bottiglia”, afferma Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola. “Con l’acquisizione di Canevel, riconosciuta specialista per gli spumanti premium, puntiamo a intercettare il trend positivo dei vini sparkling. La redditività si è mantenuta elevata rispetto al settore e in linea con le nostre attese: i dati risultano penalizzati da fenomeni strutturali in atto nella distribuzione e dalla ridotta attribuzione di supporti alla promozione dell’export”.