Signorvino fissa l’obiettivo dei 25 milioni di euro a fine anno e porta avanti un programma di nuove aperture che si concluderà, per il 2016, con l’opening di Bologna a fine settembre in piazza Maggiore, location che il managing director Michele Rimpici definisce “grandiosa” per posizione e dimensioni. Si tratta inoltre del primo store in un centro storico di cui la società del gruppo Calzedonia ha acquisito anche la proprietà immobiliare.
Il flagship di Bologna arriverà dopo le ultime aperture di punti vendita posizionati in zone tipicamente commerciali (ipermercati e outlet) come Arese, Vicolungo e Reggello, ambiti nuovi per Signorvino e che stanno dando risultati particolarmente importanti per la vendita da asporto in confezioni da sei e più bottiglie, naturalmente più complessa nei centri urbani per ragioni collegate al trasporto delle stesse da parte del cliente finale. La presenza a Reggello, in prossimità del The Mall Luxury Outlet, si sta rivelando particolarmente importante per posizionamento e risultati ottenuti con una clientela internazionale orientata all’acquisto di etichette di fascia alta. “Ad Arese e Vicolungo – aggiunge Rimpici – stiamo testando la validità del nostro format in aree più commerciali per capire se sarà il caso di modificare l’offerta e qualche aspetto della formula. Stiamo inoltre lavorando molto a livello di back office per perfezionare la gestione del brand e il funzionamento della ‘macchina’ di Signorvino, che una volta perfezionata potrà essere oggetto di una forte espansione. L’idea è di partire con il 2017 sviluppando l’Italia, anche attraverso alcune forme di affiliazione, e avviando contemporaneamente le prime presenze all’estero”. La lista delle possibili aperture in Italia è capeggiata da Roma, dove però non è ancora stata individuata la giusta sede, mentre oltreconfine si potrebbe iniziare con Germania, Svizzera e Belgio/Olanda.
Attualmente sono 14 i wine bar con ristorazione e asporto creati da Signorvino. La parte wine genera la metà del fatturato, di cui il 30% arriva dall’asporto e il 20% dai consumi ‘in store’. Il tempo generalmente richiesto per arrivare a break even è di circa un anno pre-ammortamento, escluse naturalmente le location dove l’operazione comprende l’acquisto della proprietà del locale. Da un punto di vista strategico, il focus del format di ristorazione del gruppo Calzedonia resta il vino. “Stiamo investendo molto anche in termini di formazione interna ed esterna – sottolinea Rimpici – con un progetto pilota di corsi destinati al grande pubblico che ha debuttato nel nostro store in Valpolicella. Vogliamo contribuire a diffondere la conoscenza del vino italiano”. Rimpici esclude ogni intenzione di ingresso diretto nel business del vino, politica invece seguita da Eataly: “Preferiamo appoggiarci al know how di aziende che operano da generazioni in questo settore. Il nostro obiettivo è puntare sulla vendita, fidelizzare il cliente e far sì che Signovino possa essere considerato, sempre di più, il negozio specializzato di vini italiani”.
Per quanto riguarda i consumi, gli spumanti restano la categoria più richiesta dai clienti di Signorvino, con Prosecco e Franciacorta in evidenza, mentre tra i bianchi fermi la tendenza premia vini leggeri, freschi e aromatici come Gewurztraminer e Lugana. Anche tra i rossi si avverte una preferenza spiccata per prodotti non strutturati, di facile approccio e derivanti da vitigni autoctoni. “Siamo sempre alla ricerca di nuove aziende da inserire per dinamicizzare l’offerta – conclude il managing director – ma al tempo stesso manteniamo un rapporto costante e proficuo con i brand blasonati per far sì che possano essere conosciuti da un pubblico giovane, attraverso il nostro ambiente informale e un personale dall’approccio ‘smart’ che non crea soggezione, aiutando pertanto il consumatore meno esperto ad avvicinarsi al mondo del vino”.