Il vino traina l’export agroalimentare italiano che nel 2015, secondo le stime Coldiretti, avrebbe raggiunto il massimo risultato storico a 36,8 miliardi di euro con un progresso di oltre il 7 percento. Circa il 15% delle esportazioni sarebbero state generate dal comparto wine, dato in ripresa a 5,4 miliardi su base annua. Tornano intanto a crescere, seppur timidamente (+0,4%), i consumi interni, che valgono 215 miliardi di euro: i maggiori tassi di incremento della spesa domestica sono stati riscontrati su bevande e acque minerali (+9%) e sulle birre (+6%) grazie al trend crescente dei microbirrifici. L’associazione del settore primario sottolinea, tra le ragioni della crescita all’estero del food made in Italy, il cambio favorevole su mercati importanti come quello statunitense.
Intanto sono stati comunicati da Ismea i dati sull’export del vino nei primi 11 mesi dello scorso anno. La crescita è del 5%, a 4,9 miliardi di euro, con progressi a due cifre per gli spumanti (+15%) che da soli valgono 874 milioni di euro e con una performance monstre della denominazione Prosecco, cresciuta del 28% in quantità e del 29% in valore. “Sempre più, la qualità italiana riesce conquistare i mercati stranieri, proponendo prodotti unici ormai riconosciuti come insostituibili ambasciatori del miglior made in Italy” afferma Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini, promotrice dell’Osservatorio del Vino di cui Ismea è partner.
In evidenza gli Stati Uniti, primo mercato di destinazione del nostro export vinicolo, con un progresso di oltre il 13% in valore per un corrispettivo che sfiora 1,2 miliardi di euro nel periodo considerato. Cresce a due cifre (+11%) la Gran Bretagna, terza nella classifica dell’export, grazie al +41% degli spumanti, mentre la Germania mantiene il secondo posto ma cede lo 0,8% in valore. Il forte calo della Russia è stato compensato dai risultati positivi ottenuti nei tradizionali mercati di sbocco, Europa e Nord America, mentre in Cina la crescita (+18%) è stata inferiore rispetto a quella conseguita dai Paesi concorrenti. Cresce intanto l’import di vino sfuso (+10%) dalla Spagna, che nei primi 11 mesi ha inviato in Italia 1,6 milioni di ettolitri di prodotto su un totale di 2,2 milioni.